Il paparazzo paga la multa, ma tenta di dire che non ha visto il divieto. La fidanzata si era rifiutata di spostare la Mercedes
BELLUNO - «Che fa, concilia?». E Fabrizio Corona, eccentrico e sregolato come sempre, dopo un gesto di stizza verso gli agenti della polizia locale di Cortina, ha conciliato senza dilungarsi in polemiche, permettendo così al carro attrezzi di allontanarsi senza la sua vettura. Ha pagato subito 39 euro di multa per aver parcheggiato in zona traffico limitato la bella Mercedes nera, arricchita dalla presenza, sul lato passeggero, della famosa fidanzata dagli occhi di cerbiatta e lato B da capogiro, Belen Rodriguez.
Il peccato veniale di un personaggio eccentrico, capace di "gesta" di ben altro tenore, non è passato inosservato, giovedì sera, all’ora dello struscio, nel cuore di Cortina, dove la coppia è in vacanza. È accaduto in piazza Roma, di fronte all’Hotel Posta dove Corona era entrato per un attimo dopo aver lasciato auto e fidanzata in divieto.
L’attenzione degli agenti della polizia locale è stata attirata da uno strano capannello di persone attorno ad una vettura. Tutti lì a guardare dal vivo l’apparizione della bella showgirl. Raggiunto il luogo del misfatto, gli agenti della polizia locale, ormai nota per contravvenzioni inferte sotto le feste a Vip troppo briosi e a volte pure un po’ burini, hanno subito estratto il blocchetto delle multe e pure il cellulare per chiamare il carroattrezzi. Pare, infatti, che Belen non volesse spostare la macchina. Non si sa con precisione quale conversazione sia intercorsa tra la Rodriguez e gli agenti di polizia, ma sta di fatto che nel giro di pochi minuti è arrivato l’addetto alle rimozioni.
Nel frattempo, il paparazzo più chiacchierato dell’ultimo decennio, sentito il trambusto, è uscito dal Posta. Vedendo gli agenti ha fatto loro subito un cenno con la mano invitandoli a "smammare", ma tenaci come sempre, i "policemen" ampezzani non hanno mollato la presa. E non si sono fatti nemmeno abbindolare dalla presunta scusa accampata dal bel Fabrizio di non aver visto il divieto.
Fonte: Il Messaggero